L’Uomo Nero
Il primo romanzo scritto da Luigi Sorrenti e pubblicato da La Riflessione.
Roma si trova ancora una volta nella sua storia a vivere l’eterno conflitto fra bene e male, fra lo splendore di una città millenaria e il miasma pestilenziale dell’empietà e della barbarie umana, fra la sua grandezza e le sue secolari miserie.
Un misterioso e inafferrabile serial killer, soprannominato dalla stampa l’Uomo Nero, colpisce all’interno delle stazioni della metropolitana di Roma, seminando il panico fra la popolazione.
Il primo delitto avviene la vigilia di Natale, l’ultimo la vigilia di Pasqua, nel mezzo tre mesi di assoluta follia in cui l’intera città sembra precipitare.
Fra organi d’informazione che gareggiano per arrivare per primi alla notizia alimentando la psicosi collettiva e fra privati cittadini che decidono di farsi giustizia da soli, sullo sfondo di una città dapprima attonita, poi in preda al panico, quindi rabbiosa e vendicativa, infine apatica e rassegnata, a portare avanti le difficili indagini è il commissario Gervasi. A fare da contorno sono l’irriverente ispettore Biondini e il flemmatico ispettore Battaglia, una graziosa psicologa interessata al caso, un misterioso console canadese che sembra dotato di qualche strano potere, un ministro che pensa solo alla sua poltrona, un ricco imprenditore dal dubbio passato e dalle conoscenze equivoche, un giovane pittore inglese che parla per citazioni.
Quando tutto sembra perduto, quando l’intera città di Roma sembra ormai essere al tappeto, la notte di Pasqua in un clima surreale durante la Veglia in Vaticano, l’Uomo Nero commette l’undicesimo e ultimo delitto della serie alla stazione Ottaviano-San Pietro.
Il giorno dopo una mente acuta porrà fine all’incubo che ha sconvolto la città. Ma la verità sarà un fardello duro da sopportare e lascerà strascichi e profonde ferite fra i vari personaggi che hanno intrecciato i loro destini attorno allo spinoso caso dell’Uomo Nero.
Libro molto ben scritto, ricco di intrecci ed eventi così coinvolgenti che spingono il lettore a non smettere mai di leggerlo…fino alla fine
Il libro parte lento ma man mano che si va avanti, è un crescere di emozioni…è come se Goat migliorasse a scrivere pagina dopo pagina e chi legge ‘corre dietro’ a questa sua crescita, sempre con più ingordigia, passione, voglia di sapere come va a finire. Impossibile resistere al gioco del ‘chi è il colpevole??’ e più si legge, più si viene rapiti da questo gioco. Il libro ad un certo punto va avanti da se. Io mi son ritrovato a leggere quasi 150 pagine in una notte senza nemmeno accorgermene. E questo secondo me distingue un buon libro da uno che si può tranquillamente usare per ammazzare le mosche. A, chiaramente ho indovinato subito il colpevole….anche se durante la lettura ho sentito la mia certezza ‘vacillare’ in 2-3 occasioni :)
Trovo estremamente piacevole poter recensire questo libro, come è stato a dir poco piacevole leggerlo e scoprire man mano questo fantomatico uomo nero. Per deformazione mia o dovrei dire x passione sono portato ad ampliare visivamente quanto leggo e credetemi la lettura del libro via via mi riportava alla atmosfere noir di film ke hanno segnato la storia…
Il resto delle mia recensione:
http://www.facebook.com/notes/luigi-sorrenti-luomo-nero/recensione-by-agostino-di-pasquale/185540451472782
All’inizio ho avuto un pò di paura perchè la prima pagina e mezzo mi ha un pò spiazzato perché l’ho trovato un pò troppo “barocca” (strano che a me leccese non sia piaciuta :D), ricercata, però è stata solo la sensazione iniziale e infatti dopo il libro scorre senza problemi, senza però essere troppo leggero.
In genere non sono un amante dei libri scritti al passato, però dopo qualche dubbio iniziale ho apprezzato molto il modo di scriverlo, con quelle piccole anticipazioni, quei piccoli dubbi, quelle mezze frasi messe lì, spesso alla fine del capitolo, che fanno tanto “telefilm” e che aumentano a dismisura la curiosità e la voglia di andare avanti nella lettura stimolando sempre più il lettore.
Per la storia non posso che farti i complimenti, sia per come è ideata che per come si sviluppa e per tutto il contorno messo (la critica al sistema televisivo e dei media, a come i politici sfruttano la cronaca nera e a come a questa risponde lo “stomaco” del popolo), con la città di Roma che non diventa troppo protagonista ma accompagna la storia, e con un assassino che è difficile da individuare e che assume tanti volti diversi man mano che i capitoli si susseguono.
Complimenti di nuovo e sono già in attesa del prossimo!
Un romanzo irresistibile dal punto di vista del ritmo e dell’interesse che “inchiodano” il lettore dalla prima all’ultima pagina.
Degni di nota gli accenni sugli aspetti psicologici e sociali della doppia faccia diRoma. Una città brutale e istintiva, ma che resta da millenni il teatro perfetto in cui bene e male si scontrano senza sosta.
Partenza solo apparentemente lenta, in cui appaiono personaggi apparentemente stilizzati e convenzionali. Il poliziotto anziano e disilluso, il giovane irruento in crisi, il capo prudente ed amante della ribalta, la giovane avvenente coinvolta come per caso, la moglie discreta ma stanca di un rapporto in cui viene sempre per seconda.
La partenza è lenta solo in apparenza perchè sono gettati tutti i semi di una narrazione sempre più personale ed avvincente, in cui i personaggi diventano sempre più vivi e lontani da ogni schema, avvenimenti e colpi di scena si susseguono con un ritmo molto meno aggressivo del consueto, ma questo da al lettore la possibilità di apprezzarne per intero le conseguenze ed allo scrittore la possibilità di approfondire i temi affrontati, come pure la scrittura semplice, didascalica, priva di fronzoli, quasi da quotidiano, esalta la trama e, paradossalmente, aumenta a dismisura il pathos dei momenti critici.
La scelta di accennare appena la descrizione degli eventi più cruenti, come una scena degna di un film di Fritz Lang nel sottosuolo della città eterna ed un ritrovamento degno di Dario Argento, conferisce agli stessi una verisimiglianza ed una forza emotiva importante e permette all’autore di concentrarsi più sui risvolti psicologici, singoli e di massa, che su dettagli grandguignoleschi.
Il tutto fino ad un finale apparentemente consolatorio, in realtà, ad un secondo esame, amaro e disilluso.
Senza voler eccedere, un libro che può tranquillamente dividere gli scaffali con i thriller più acclamati del momento.
al momento sto leggendo un libro di gotta , quello su chicago , ma questo è il prossimo ke mi voglio prendere , bellissimi ar ticoli vecio